Il creativo non ha nulla della fantasia creativa: le sue doti sono la forza e la chiarezza, la sua caratteristica il lavoro instancabile. Il creativo, nel mondo del business, è il padre – padrone, l’imprenditore che crea l’azienda dal nulla, armato solo della sua volontà. In Italia, o forse soprattutto in Italia, basta fare conoscenza con una miriade di piccole e micro imprese e si incontrano, tra i titolari, molte figure con le caratteristiche del creativo, e appaiono davvero dotati di forze primordiali. Vigorosi, instancabili, costruttori, hanno però anche tutti i limiti di questa figura: un pizzico di arroganza, un granello di prepotenza, qualche goccia di maschilismo, convinti di resistere ad ogni cambiamento grazie al lavoro incessante.
I loro pregi sono tanti, ma sarà solo il superamento dei loro difetti a far progredire le aziende, come il creativo raggiunge il massimo quando tutte le sue linee sono mobili e si trasforma nel ricettivo, emblema del femminino. Ma non è un cambiamento, è una scoperta e un’assimilazione: acquisire la capacità di comprendere il tutto, di essere massimamente flessibili.
Se un manager, anziché un imprenditore, ottiene questo esagramma dovrebbe cercare un mentore che lo aiuti a cogliere diverse sfaccettature: nelle posizioni di responsabilità il duro lavoro deve essere accompagnato dall’ascolto e dalla comprensione. Dovrà imparare la prudenza, e mai deludere la fiducia dei subalterni trasformando la sua forza in arroganza.
Se la domanda riguarda un’azienda o uno specifico business è auspicabile una consulenza strategica e, facendosi guidare dai responsi delle linee mobili, una revisione e un rinnovamento.
Ma se il primo esagramma, il creativo, è il punto di arrivo di una consultazione potete rallegrarvi: gli affari stanno andando bene, un duro lavoro li farà crescere ancora … almeno fino al loro stesso culmine.