Oscar Wilde diceva: A dar risposte sono capaci tutti, ma a porre le vere domande ci vuole un genio.
Non si tratta di ironia: è un dato di fatto.
Molto spesso chi vuole utilizzare gli strumenti di divinazione, e in particolare l’I Ching, non riesce ad interpretare le risposte, ma il vero problema sta nel come viene posta la domanda.
Se chiedete all’I Ching “lui mi ama?” sarà molto difficile interpretare il responso. Innanzi tutto qualunque testo dice di non porre domande che esigono risposte del tipo “sì o no”, mentre questa è proprio una di quelle domande.
Se, invece, ponete la domanda “che tipo di relazione sentimentale possiamo avere” diventa più semplice ottenere dal responso un quadro più completo e più utile della situazione.
I tarocchi, ad esempio, permettono anche di porre domande nette. In genere si sceglie una carta dagli arcani maggiori e … il gioco è fatto. Ma interpretare il responso di una domanda come “lui mi ama?” è davvero quasi impossibile. Molto meglio chiedere “cosa rappresento per lui?”.
Prima di interrogare qualunque strumento, ragionate a lungo sulla domanda. Scrivetevi le domande, provate a scrivere diverse domande sullo stesso argomento, fino a quando trovate quella che più corrisponde alle vostre vere necessità.
Il fatto che “lui vi ami” non significa automaticamente che avrete una relazione felice, e (lo so, può sembrare paradossale) è vero anche che potete avere una relazione molto felice se lui oggi non vi ama, ma si innamora poco a poco, nel tempo.
Nella disposizione delle carte dell’oracolo australiano, ad esempio, è prevista una carta che esprime “cosa devo sapere del problema in esame”, e vi assicuro che è una carta che regala spesso sorprese!
Più esaminate il problema per scegliere le domande, più avrete possibilità di ottenere poi un responso chiaro e, soprattutto, riuscirete ad identificare ciò che davvero desiderate.
Ricordate: è la domanda che conta!