Da qualche tempo una trasmissione televisiva, che a me piace molto, pone quotidianamente “la gran domanda”. Lì danno due opzioni, mentre quella la mia è posta come domanda aperta. Lì c’è molta ironia, mentre questa è una domanda seria. Ma questa è davvero la gran domanda!
E la scorsa settimana mi è stata posta da una delle mie più care amiche. Questo è il mio tentativo di risposta.
L’I Ching è uno dei grandi libri dell’umanità, paragonabile, secondo me, alla Kabbalah ebraica. I veri conoscitori di questi testi trascorrono la vita a studiarli. A differenza di molti libri, anche sacri, dove ripetute approfondite letture portano alla conoscenza di quanto contenuto nel testo, questa strada non è sufficiente né per l’I Ching né per la Kabbalah.
Conoscere l’I Ching significa conoscere la storia, la cultura, il pensiero e la scrittura cinese. Buona parte del significato degli esagrammi nasce dall’immagine contenuta nell’ideogramma con cui vengono scritti, e l’immagine è importante quanto il testo.
Eppure conoscere approfonditamente tutto questo non è indispensabile, e nemmeno sufficiente, per utilizzare l’I Ching come guida.
L’aspetto oracolare del testo presuppone non solo la conoscenza tecnica, ma anche una sensibilità di lettura. Sulla porta del tempio dell’Oracolo di Delfi era riportata una esortazione importante
Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei
Questo vale per anche per l’approccio agli I Ching come strumento di divinazione, e nessun testo, nessuno studio, nessun esperto può sostituire questo principio.
Il linguaggio sibillino degli oracoli, e in particolare il linguaggio metaforico dell’I Ching, sono studiati per parlare direttamente all’individuo: tutti i linguaggi di questo tipo contengono una componente logica, costituita dalle parole, interpretabile con l’emisfero razionale del nostro cervello, e una parte emotiva, immaginifica, che parla direttamente all’inconscio e può essere interpretata solo con l’emisfero destro del cervello, deputato appunto all’inconscio e all’irrazionale.
Quindi, per imparare a leggere l’I Ching è sì indispensabile lo studio e la conoscenza del testo (personalmente suggerisco sempre di iniziare con la traduzione del Libro dei Mutamenti fatta da Richard Wilhelm), ma il passo successivo è quello di trovare la giusta forma di lettura: meditazione o stato alfa, e lasciare che le frasi del libro risuonino fino alla loro comprensione profonda.
È utile anche dotarsi di un quaderno dove segnare data, domanda, risposta e interpretazione della risposta, andando poi a verificare cosa è accaduto e come avremmo potuto trovare nella risposta i giusti segnali.
Così, poco alla volta o repentinamente, conoscerete meglio voi stessi e scoprirete l’interpretazione dell’I Ching