Anch’io, come milioni di persone, amo Harry Potter, ho comprato tutti i libri appena usciti, e per il sesto e il settimo libro ho anche scelto di leggerli in inglese, pur di poterli leggere con qualche mese di anticipo, comprando e rileggendo poi anche la traduzione italiana. Insomma: una vera passione!
Molto è stato scritto su Harry Potter, quindi è probabile che ciò che scrivo non vi giunga del tutto nuovo, credo sia utile puntualizzare uno degli aspetti più affascinanti della saga.
Sicuramente uno dei motivi per cui Harry Potter è stato così amato, e ha rapidamente toccato il cuore e l’anima di milioni di persone in tutto il mondo, è anche perché contiene tutti gli elementi archetipici del Viaggio dell’Eroe.
L’archetipo del viaggio dell’eroe viene descritto da Joseph Campbell, uno dei massimi studiosi di mitologia, come un percorso presente in moltissimi miti e in altrettante favole: qualcosa, che, nella miglior definizione di archetipo, appartiene e viene riconosciuto dall’umanità intera. Ed è stato Campbell ad identificare le tappe del viaggio:
- Sentire la Chiamata
- Accettare la Chiamata
- Attraversare una Soglia
- Trovare un Mentore
- Affrontare il Demone
- Trasformare il Demone
- Trovare una nuova via
- Ritorno a casa
In ognuno dei libri Harry ripercorre sostanzialmente tutte le tappe, ogni volta con rinnovata e più profonda consapevolezza.
Sentire la chiamata: vedere davanti a noi una nuova strada, un possibile percorso, e un possibile destino. Harry sente la chiamata quando gli viene rivelato che è un mago, quando scopre la morte dei suoi genitori, quando si rende conto che Vordemort esiste ancora. Poi, man mano, scopriamo che la sua chiamata risale alla profezia che lo chiama ad affrontare Vordemort.
Accettare la Chiamata: il libero arbitrio ci lascia sempre liberi di scegliere se accettare la chiamata o adagiarci nelle consuetudini, nelle abitudini, nel mondo noto, e persino nella nota (ma parzialmente confortevole) infelicità. Così Harry accetta la chiamata ogni volta, ma ogni volta lo fa con maggiore coscienza e consapevolezza, fino alla chiamata finale in cui accetta consapevolmente la morte per salvare gli amici
Attraversare una Soglia: nell’attraversamento della soglia ha inizio il viaggio vero e proprio, incluso il dover affrontare territori ignoti. Se l’accettazione della chiamata implica difficoltà e travagli emotivo ed emozionale, nel varcare la soglia si accettano rischi e dubbi materiali, concreti
Trovare un Mentore: in realtà non siamo noi a trovare il mentore, ma è il mentore che si presenta a noi nel momento del maggior bisogno, quando siamo pronti ad accettarlo e a riconoscerlo. Indubbiamente il mentore di Harry è Silente, e trovo particolarmente importante la sofferenza, nel settimo libro, del superamento dei limiti del mentore. Infatti finché Silente rappresenta il positivo è soprattutto un maestro, mentre è quando mostra le ombre che diventa un vero mentore, ce guida e affianca l’eroe fino a farlo diventare migliore di lui
Affrontare il Demone. Inutile dirlo, il demone concreto di Harry è Vordemort, ma i demoni che deve affrontare sono molto più numerosi, e sono tutte le sue paure, i suoi timori, le sue insicurezze. Perché non basta affrontare i demoni e le sfide esterne se non siamo in grado di vincere i demoni interiori
Trasformare il Demone. L’eroe non è solo un combattente, e potenzialmente un vincitore, ma è anche un mago, che accoglie le ombre, i demoni, e li trasforma in risorse. Perché le prove da affrontare sono vittorie solo se ci fanno diventare migliori. Così Harry, man mano, riconosce e accetta non solo le diversità tra lui e Vordemort, ma soprattutto le analogie
Trovare una nuova via. È in questo passaggio che si manifesta il meglio di Harry Potter. Una volta accettate le similitudini tra lui e il demone, Harry è pronto a comprendere il nocciolo delle differenze. Anche se lui ha acquisito il potere di parlare il serpentese, anche se lui ha tante similitudini con Vordemort, il senso cosmico dell’amore gli permette di vincere perché tute le caratteristiche vengono utilizzate per il bene comune
Ritorno a casa. È la fine della storia, ma soprattutto è un nuovo inizio. Il viaggio si conclude solo con il ritorno a casa, trasformati dal viaggio stesso, e pronti ad intraprendere una nuova tappa.