Siete sempre felici? Io no. Per questo, oltre ad avere imparato che dalla sofferenza può nascere qualcosa di buono e che solo chi sa soffrire sa, poi, essere felice davvero, mi sono creata una collezione di elementi che hanno funzione energetica o consolatoria, a seconda del bisogno.
Tra questi ci sono musiche, canzonette, libri, ricordi ed emozioni. E poi, nei momenti più difficili, c’è una sicurezza a cui appellarmi. No, non è Dio. Credo in Dio, o almeno in qualcosa che io chiamo Dio, credo nella spiritualità, ma ciò che gli uomini hanno trasformato in religione … mi lascia piuttosto perplessa.
Ciò che mi consola è rappresentato da alcuni aspetti dell’umanità e dell’essere umano che perdurano, immutati, da migliaia di anni. Di questo grande capitolo fanno parte alcuni scritti, come quelli di Solone o alcune poesie, i grandi libri dell’umanità come l’I Ching o la Kabbalah e il viaggio dell’eroe.
Se il merito di averlo “svelato” spetta a Campbell, con la spinta di Jung, è pur vero che il viaggio dell’eroe è elemento essenziale dei miti di cui siamo intrisi, di libri, favole e racconti. Sì, il viaggio dell’eroe è parte di noi, da Gilgamesh a Harry Potter.
Ed è uno strumento eccezionale di apprendimento, miglioramento, crescita. Oggi lo studiano i ragazzi che fanno i programmatori di computer game, inclusi quegli otaku che, persi nella loro tecnologia, si negano la possibilità di sperimentarlo nella vita reale.
Moltissimo è stato scritto, studiato, sul viaggio dell’eroe e sui suoi archetipi. Si trovano diverse descrizioni, un numero di archetipi variabile, molti esercizi e corsi: in un certo senso ne sono state descritte molte versioni.
Possiamo tornare ai libri di Campbell per trovarne la descrizione “originale”, ma credo che importi poco.
Andando al nocciolo del viaggio dell’eroe io, ma ovviamente è un parere personale, trovo affascinanti alcuni elementi:
l’apprendimento dalle esperienze, soprattutto da quelle che sembrano negative ma, in realtà sono solo faticose
la possibilità dell’essere umano di mutare, conquistare, essere sfaccettato, guardare da diverse prospettive
la concezione del tempo, del mondo, e dell’apprendimento come un viaggio, come un cerchio o, meglio, una spirale. Come ha scritto Antoine de Saint-Exupéry: Ci sarà sempre un'altra opportunità, un'altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c'è un nuovo inizio.
Dal viaggio dell’eroe possiamo imparare ad essere migliori di noi stessi giorno per giorno, possiamo apprendere la resilienza e l’eccellenza, la padronanza personale e l’abbandono di fardelli inutili come le abitudini e i pregiudizi, possiamo conquistare la capacità di guardare il mondo con occhi nuovi e recuperare la visione olistica del bambino.
E, infine, credo sia doveroso che io stessa chiuda il cerchio avviato all’inizio di questo articolo: nei secoli abbiamo, noi esseri umani, cambiato l’ambiente circostante, variato il nostro modo di vivere, seguito mode, inventato religioni e schemi di società, siamo diventati man mano liberi od oppressi, partecipi o vittime, padroni o schiavi, ma in fondo alle nostre anime siamo sempre, costantemente, umani. E, spero, questo ci salverà.