Una delle domande frequenti che mi vengono poste quando parlo del viaggio dell’eroe è se c’è la possibilità di saltare un passaggio, una tappa: in pratica percorre il viaggio saltellando come un canguro.
Facile rispondere che no, non è possibile, ma semplicistico, anche perché c’è sempre qualcuno che sostiene di aver elaborato fino in fondo un’esperienza e di aver saltato dei passaggi, e poi, in fondo, nella vita nulla è davvero impossibile.
Affermo quindi che è molto improbabile percorrere l’intero viaggio (non solo gli archetipi, ma proprio tutte le tappe) saltando qualcosa, ma mi sento anche l’obbligo di raccontare perché, e persino cercare spiegazioni al perché qualcuno ha l’impressione di aver saltato dei pezzi.
Ogni singolo pezzettino del viaggio ci porta qualcosa da imparare, e qualcosa da lasciar andare. Potremmo davvero, in un qualunque momento della nostra vita, che in un qualunque campo non abbiamo più nulla da imparare o da lasciar andare? Io penso di noi, ed è per questo che anche se completiamo il percorso mille volte, possiamo migliorare mille volte per ogni singolo pezzetto che facciamo.
Perché, allora, talvolta si ha l’impressione di saltare qualcosa?
Non sempre l’ordine degli archetipi è esattamente lo stesso: possono esserci variazioni. Poi dipende dal momento della nostra vita: ogni esperienza è un viaggio dentro il grande viaggio della vita. Così se, ad esempio, nella vita stiamo percorrendo l’archetipo del guerriero può sembrare di iniziare da lì la gestione della nuova esperienza. Sembra, ma non è. Magari abbiamo corso un pochino con gli archetipi precedenti perché la nostra anima ha fretta di farci arrivare al nocciolo della faccenda. Oppure un archetipo ci è più congeniale, quindi lo percorriamo più velocemente o, al contrario, cerchiamo di viverlo più a lungo per paura di lasciarlo.
Le situazioni sono infinite, ogni vita fa davvero storia a sé, e il tempo non è una variabile importante nel nostro viaggio, ma ogni volta la strada va percorsa nella sua interezza.