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L’I Ching e il 20-24 -1° parte

L’I Ching e il 20-24 -1° parte - Ching & Coaching

Sarà un anno affascinante.

Diamo un’occhiata al prossimo anno basandoci sugli esagrammi dell’I Ching, e cominciamo dal 24, l’elemento che, più di ogni altro, mi fa guardare al nuovo anno con un sorriso.
Il ventiquattresimo esagramma è quello della convalescenza, del ritorno della luce dopo il buio, della primavera dopo l’inverno.


Dopo il buio torna sempre la luce: è un movimento naturale.

 
Il ritorno verso il bene è un movimento fisiologico: noi non abbiamo bisogno di far alcunché affinché si realizzi. È il destino che crea per noi il ritorno alla luce.

Apparentemente tutto è compiuto, dunque: possiamo metterci in poltrona e attendere che ogni cosa positiva ci cada in mano. Non è proprio così.

 L’I Ching non invita mai ad una totale passività: nessun destino, positivo o negativo, si compie senza il coinvolgimento dell’individuo. Così, affinché il ritorno si realizzi, spetta a noi esercitare la pazienza e saper comprendere il tempo.

L’esagramma ricorda anche che il cambiamento dal male al bene, dall’inverno alla primavera, è un cambiamento: bisogna saperlo accogliere.

L’esagramma corrisponde come immagine al solstizio invernale, un periodo in cui non si viaggiava e la natura stessa sembra ferma. Ma come il seme non potrebbe germogliare senza il periodo di quiescenza, il ritorno alla luce si compie solo se ci si prepara interiormente. Per questo la sentenza dice “è propizio avere dove recarsi”: non si tratta di stabilire un obiettivo personale e perseguire un desiderio, ma saper cogliere ciò che il Cielo desidera per noi e uniformarsi interiormente alla volontà del destino, con la consapevolezza che sarà per noi positiva.
Oggi si parla raramente di convalescenza dopo la malattia: si cerca sempre di precipitarsi a quella che chiamiamo normalità. Eppure la convalescenza è un momento pieno di magia, di coccole, in cui si può nuovamente assaporare la vita.

 C’è un’altra affermazione per questo esagramma: essendo un movimento naturale è il destino che crea per noi il ritorno alla vita.

Io associo al ventiquattresimo esagramma un brano tratto da La bella e la bestia: quando sembra che non succeda più ti riporta via, come una marea, la felicità.
È un gran bella promessa per il nuovo anno e anche se, come vedremo, non tutto sarà una passeggiata, il substrato è decisamente positivo.


Gli ultimi anni sono stati davvero anni di malattia per ciascuno e per la società, e non solo a causa della pandemia, una malattia oggettiva, ma perché abbiamo accentuato liti, diatribe, allontanamenti, ansia, depressione, rabbia…
Lo vediamo nel microcosmo delle relazioni umane, dalle liti di condominio ai femminicidi, e nel macrocosmo delle guerre alle porte di casa.


È tempo di guarire, e il destino ci porta a guarire.

Ecco… l’alternativa è l’autodistruzione. Forse è meglio darci da fare per tornare alla luce e favorire la completa guarigione.

 Spetta a ciascuno fare buoni propositi e decidere come contribuire.


Gentilezza, ascolto, empatia, comprensione, pazienza… verso se stessi e verso gli altri.
C’è da fare, ma si può fare.
Felice 20-24 a tutti.