Vivendo da anni a stretto contatto con diversi gatti, trovo assolutamente affascinante il loro essere curiosi e attenti, decisamente più di molti umani. La curiosità è un istinto proprio dell’essere umano e di molti animali, dunque non credo che abbia genere.
Eppure la mia domanda iniziale nasce da un fenomeno piuttosto comune e molto noto, che però sta mostrando parecchi segnali di evoluzione che, secondo me, sono positivi.
Mi spiego meglio.
Provate ad andare a teatro e, ancor più, osservate i corsi di crescita personale, o i siti in cui se ne parla.
Il pubblico è, fondamentalmente, femminile. Sono le donne che riempiono i teatri, i cineforum, sono le donne la maggioranza degli iscritti a corsi di vari argomenti correlati al benessere. Argomenti in cui, però, molto spesso i docenti sono uomini. O, meglio, i guru sono quasi sempre uomini.
Non so se le donne partecipino per curiosità. Forse è una forma di ricerca, eppure anche la ricerca fa parte della curiosità. Non so se gli uomini partecipino meno per carenza di curiosità, eccesso di sicurezze, pigrizia …
Sono, però, abbastanza certa che il mettersi in discussione sia più frequente nel mondo femminile, spesso rischiando di darsi martellate sui calli o annichilirsi nella lamentazione fino a quando non si trovano risposte esterne, date dal guru (maschio) che valgono per qualche tempo … poi si ricomincia.
Sono anche abbastanza certa che ci sia un’evoluzione del fenomeno: il numero degli uomini che si affacciano al mondo della ricerca e dell’approfondimento della crescita personale è in costante aumento. Sintomo di crisi dei valori prettamente maschili, forse, o più probabilmente sintomo di quel bisogno di integrazione di elementi del femminile nella nostra società che per troppi secoli li ha negletti.