Sono nata dando per scontato la parità tra uomo e donna: non che ci fosse, ma alcune grandi battaglie erano già vinte.
Sono cresciuta considerando ovvio il diritto di voto per le donne, dando per scontato il diritto di studio paritetico (potevamo già accedere ad ogni scuola pubblica) e anche la rivoluzione sessuale, grazie alle donne che hanno fatto il ’68, non era più un tabù.
Forse pensavamo di aver vinto.
Invece la guerra, quella vera, era appena cominciata e non solo non l’abbiamo vinta ed è ancora in corso, ma per peggiorare comincio a pensare che parte della guerra fosse confusa e imprecisa. Non certo sbagliata, ma confusa e imprecisa.
Il XX secolo, quello concluso da poco, è stato il secolo delle grandi battaglie anche femminili e il secolo della tecnologia. L’umanesimo era decisamente sottovalutato.
Abbiamo combattuto per il diritto di avere spazio in un mondo maschile. Certo, era l’unica via percorribile visto che la vera liberazione femminile è iniziata quando le donne hanno preso il posto degli uomini in fabbrica durante la guerra. Era una via quasi obbligata, ma abbiamo pagato un caro prezzo.
Sì, perché per farci largo in un mondo maschile abbiamo accettato che i valori da perseguire fossero quelli maschili.
Quel tempo è passato.
Ora, e mi verrebbe da dire finalmente, l’umanità intera sta realizzando che portare all’eccesso le energie maschili danneggia tutti, senza distinzioni, ed è iniziato il recupero delle energie e dei valori femminili.
No, non c’è nulla da rimpiangere o recriminare. C’è solo da continuare, proseguire. Non più una guerra, non più.
È tempo di ricerca di equilibrio e armonia.