È certo, ed è noto: abbiamo tre cervelli. Il cervello della testa è razionale, ed è deputato alla creatività e all’immaginazione. Quello nel cuore è invece dedicato alle emozioni, alla compassione, e quello della pancia si interessa ancora di emozioni, ma soprattutto di coraggio, identità e autostima.
Se i tre cervelli sono in armonia abbiamo lo stato di totale benessere. Si creano sinergie tra loro e siamo particolarmente saggi e produttivi nel raggiungere i risultati.
I miei tre cervelli hanno recentemente litigato pesantemente tra loro.
Ho vissuto un periodo difficile e complesso.
Il cuore era in sofferenza, si sentiva di vivere in un mondo ostile. Un indispensabile trasloco, importante, che creava un frattura tra un prima e un dopo nella mia routine e sicurezza di vita, la fine di un periodo della mia vita. Un serie di complicazioni, nel lavoro e in alcune relazioni professionali, e qualche delusione da persone di cui credevo di potermi fidare. Problemi di salute per mio marito, e momenti di difficoltà nel nostra trentennale rapporto.
Sì, il cuore era in sofferenza e difficoltà.
La testa si ostinava a cercare soluzioni razionali e creative. Armata dal mio mantra preferito (ce la posso fare) continuava a riprogrammare gli impegni e le priorità, convinta di poter affrontare e risolvere tutto. Sono brava nel risolvere i problemi!
Non ascoltavo la pancia, volutamente. Coraggio ne ho, non credevo potesse venirmi meno. La mia autostima, invece, è da sempre piuttosto scarsa: meglio non pensarci.
E non avevo la minima intenzione di considerare che tutti i cambiamenti in corso stavano anche modulando la mia identità, influenzando la mia percezione di me stessa nel presente e nel futuro.
I miei cervelli avevano obiettivi, priorità e percorsi discordanti. Forse era inevitabile che qualcuno prendesse il sopravvento e imponesse una scelta agli altri due.
Ha deciso la pancia. Più lenta nel raccogliere e digerire le informazioni, è però molto decisa e immediata nell’azione. Ho avuto diverse esperienze in cui la pancia ha preso decisioni che, razionalmente, avevo trascurato o sottovalutato, ed erano invece quelle più idonee.
Questa volta non so se la scelta della mia pancia fosse quella “giusta” (a me non è piaciuta!), ma so che, senza aver mai sofferto di appendicite in vita mia, un pomeriggio ho cominciato a vomitare. Ho sottovalutato il problema, e nel giro di poche ore il dolore si è modificato ed è aumentato di intensità.
Ho voluto aspettare ancora, poi ho ceduto e chiamato la guardia medica: appendicite trasformata in peritonite e operazione di urgenza.
Il resto… “è storia” o, meglio, l’apprendimento di alcune lezioni sgradevoli, un paio di settimane di ospedale, una lunga e complicata convalescenza e molte riflessioni, che probabilmente condividerò in futuro.
Ecco: mi è scoppiata la pancia. Inutile dire che ne avrai fatto volentieri a meno. Ma se, come sostengo, tutto ciò che accade ha un motivo e conseguenze positive, credo di aver trovato il motivo, e spero di scoprire le conseguenze positive.