Dicembre è sempre un mese particolare, fatto di feste in famiglia, fine dell’anno e complice il mio compleanno, e in breve diventa un periodo di bilanci e contiene un pizzico di nostalgia.
Ed è in mezzo a questo coacervo di emozioni che arriva la telefonata di un cugino: hanno vuotato e venduto la casa dei suoi genitori, deceduti quasi due anni fa, e hanno trovato una foto di me in braccio a mia madre.
Conosco bene quella fotografia, in bianco e nero: una delle ultime foto di mia madre prima della malattia, con me in braccio. Avevo un anno o poco più: ne sono passati, da allora, quasi 60. Quella foto, sempre la stessa, era in casa di mia nonna, delle zie, di tutti i parenti di mia madre: uno degli ultimi ricordi felici, per loro. Ed è su quella foto che io ho costruito i miei ricordi: una bimba felice e sicura. Non ho vere memorie di mia madre, ero troppo piccola, ma quella foto è stato un ottimo palliativo, al punto che è quella l’immagine che è comparsa in diversi esercizi, fatti in vari corsi di crescita personale, per evocare talvolta la mamma, altre volte a simboleggiare la mia felicità e sicurezza.
Mi aveva davvero desiderato, quella mamma che aveva avuto un aborto prima di me, al quarto mese, e poi con me una gravidanza difficile, condita da pertosse, parotite, coliche. Erano tanti anni fa e sembrava piuttosto complesso portare a termine quella gravidanza, ma ce l’abbiamo fatta, sono nata a termine, sana, e i racconti di famiglia narrano di una bambina silenziosa e sempre pronta a ridere.
Forse è stato durante quella gravidanza che ho imparato la resilienza e forse è la forza di mia madre che mi dice che possiamo farcela quella che mi ha sostenuto in tanti momenti difficili. Non distinguo il ricordo reale da quello ricostruito: se l’emozione è potente il cervello elabora l’esperienza di visualizzazione come se fosse reale, portandone il marchio indelebile.
Durante i lunghi mesi di chemio e radioterapia ho passato moltissimo tempo facendo meditazione e ho recuperato quella bimba felice, la parte migliore di me stessa. Mi è apparsa, ed ora è sempre con me, e sempre in braccio, come in quella foto. E nel recupero della sua immagine, in un qualche cassetto nella casa di mia zia, ritrovo una speranza e una promessa: ce la possiamo fare. Difficile dire di più del mio mese di dicembre. Buon fine anno e Felice anno nuovo.