Se qualche volta avete letto attentamente le istruzioni per utilizzare uno strumento di divinazione, sapete di cosa parlo: ci sono i suggerimenti più disparati!
Se si va dalla maga, dalla cartomante o dalla sensitiva, siamo abituati a pensare che tutti questi rituali servano per “fare atmosfera” e, sotto sotto, ingannare il pollo per spennarlo meglio.
Ma spesso si trovano questo tipo di indicazioni anche per metodi che ciascuno impiega per conto proprio, a casa propria, in piena solitudine.
E allora?
Il fatto è che lo scopo principale dei rituali è quello di entrare in uno stato di massimo rilassamento e concentrazione sul problema, permettendoci di focalizzarci sulla domanda e “sentire” la risposta.
Fondamentalmente poco importa se c’è una candela, un profumo che viene da un bastoncino di incenso o da una pianta fiorita.
È vero che ci sono colori, profumi e suoni che favoriscono la concentrazione e la meditazione, ma si tratta di elementi che, almeno per ora, lasciamo agli esperti.
Per i neofiti della divinazione è importante sapere che il rilassamento, facilitato dal rituale, ha la funzione di creare un ponte tra emisfero cerebrale destro ed emisfero cerebrale sinistra, tra conscio e inconscio, e accedere alle nostre risorse e consapevolezze più profonde.
Ed è quando siamo in contatto pieno e profondo con noi stessi che riusciamo a porre la domanda “giusta”, quella più vera, e riusciamo anche a leggere il responso con l’anima, e non solo con la razionalità.
In pratica il rituale genera quello stato che permette di raggiungere l’attimo di consapevolezza che ci dà la risposta, e questo vale per qualunque strumento di divinazione decidiamo di usare.