Non c’è nulla di male nell’avere modelli mentali: a dir la verità è assolutamente impossibile non averne. E poi i modelli mentali nascono da ciò che abbiamo vissuto e sono un elemento base per unire il passato al presente.
A volte, però, diventano scomodi: un impedimento per cambiare o per vivere meglio.
Questo è valido nelle cose più banali e nelle situazioni più profonde, importanti.
Cominciamo dalle banalità.
Per un colloquio di lavoro devo essere ben vestita, curata nei minimi particolari, ben truccata. Insomma, “a posto”. Chi direbbe di no? È ovvio. E va bene, mi verrebbe da dire “è giusto” che sia così.
E adesso ipotizziamo che andando ad un colloquio di lavoro, tirata a lucido, mi si smagli una calza, e non ho le calze di ricambio. Io so che la calza è smagliata. Gli altri potrebbero anche non vederla, ma io lo so. LO SO! E questo mi mette ansia, divento incerta, penso che non sono a posto. E inevitabilmente mi presento diversa da quella che sono, mi mostro ansiosa.
Il colloquio può andar bene o male, poco importa ora, ma so che ho passato un brutto momento. Per una calza smagliata.
Ecco: non voglio insegnare a diventare sciatti, poco curati, magari a presentarsi trasandati. Tutt’altro.
In realtà non voglio insegnare nulla.
Voglio raccontare, e lo farò anche i prossimi articoli, come fare in modo che i modelli mentali diventati abitudini costrittive di pensiero diventino strumenti di maggiore flessibilità, di gioia e divertimento invece che di impedimento e blocco.
Il trucco è semplice: cambiare prospettiva, ma spesso serve un po’ di esercizio e, probabilmente, qualche esempio pratico.
Per me scoprire di poter ribaltare il mio mondo cambiando prospettiva è stata una grande apertura mentale, una vera soddisfazione, e mi dà molta gioia: spero lo sarà anche per voi.
Un piccolo esempio è già stato pubblicato: Mettersi in discussione. Magari andate a leggere l’articolo. Alla prossima puntata!