Un anno complesso: sicuramente.
Più o meno un anno fa dicevo che il 2025 poteva essere un anno di guarigione.
Per certi aspetti lo è stato: ci siamo lasciati alle spalle gli anni della paura del covid.
Uno degli esagrammi del 2025 è il 7, l’esercito. E indubbiamente l’anno è pervaso da impegni, riflessioni e polemiche sul riarmo europeo e sul potenziamento (o creazione) di un importante esercito di difesa europeo.
Fin qui, dunque, avevo interpretato correttamente le previsioni.
Poi c’è l’esagramma 9, un segno dedicato alla gentilezza verso gli altri e al potere delle piccole cose buone. Un esagramma di cambiamento non ancora potente, ma all’inizio, una sorta di preparazione. Oggi ritengo di non aver dato abbastanza attenzione all’esagramma 9. Già, perché è qui che possiamo leggere i movimenti del popolo che si sono espressi quest’anno. È qui che possiamo trovare la flotilla, le manifestazioni di piazza in difesa di Gaza o quelle No King negli USA.
E poi c’è quell’esagramma 25, ed è su questo che la mia interpretazione è stata limitata da alcune, mie, convinzioni limitanti.
Non rinnego quello che ho detto, ma mancava un pezzo. Già, perché in quella sentenza che parla di inaspettato, di assoluta spontaneità, priva di ogni vincolo o regola, c’è anche Trump.
L’esagramma mette in guardia dall’avere secondi fini, dalla disonestà e dichiara che sarà punita. È presto per dirlo.
Però devo riconoscere che, per quanto non mi piaccia l’attuale presidente degli Stati Uniti, ha cambiato le regole del gioco, preparando il cambiamento che inizierà nel 2026, con luci e ombre.
