Il martire è il sacrificio… Sì, Martire ha molti aspetti legati al sacrificio.
Però Martire è soprattutto l’inizio del vero e proprio viaggio: ha già varcato la soglia, accolto la chiamata.
Molti aspetti del martire sono manifesti in persone meravigliose, che si prendono cura degli altri, ed è un archetipo ricco di energie femminili. Però… il martire non si cura di se stesso, non si fa nemmeno carico del proprio sé: è troppo impegnato a farsi carico degli altri.
Le nostre società tendono spesso ad incentivare il ruolo del martire, in particolare nella donna, togliendo così risorse di consapevolezza al mondo intero.
Non è facile definire se, per una data persona, il martire è un archetipo specifico del viaggio o è l’archetipo dell’anima: spesso sembra che almeno metà del genere femminile abbia proprio questo come archetipo dell’anima o, forse, nascono donna in un determinato contesto le anime che devono imparare a gestire e superare Martire.
Al primo ingresso in questo archetipo ci si trova a rinunciare a se stessi in favore di altri. A volte si spera che, facendo così tanto, si possano ottenere riconoscimenti o amore, altre volte si incontra rassegnazione verso un ruolo che viene incarnato e si ha paura di mettere in discussione.
Martire dovrà ribellarsi, accettare la solitudine, andare alla ricerca di sé e prendersi cura di se stesso attraverso il passaggio del viandante per superare il ruolo.
Ma, soprattutto, se Martire è l’archetipo dell’anima, e si tratta di un’anima antica, può assumere l’aspetto più evoluto dell’archetipo. E allora la cura dell’altro non è più sacrificio, ma scelta. La consapevolezza di sé è talmente profonda e radicata che diventa automatica, acquisita. Quell’anima ha già completato il viaggio più volte, e può, come ogni vero saggio, decidere di regalare agli altri ciò che ha appreso. In questo caso abbiamo Martiri per propria decisione, in armonia con proprio compito e destino, e incontriamo persone come Gino Strada.