Continua la strage. Ma, forse, il verbo continuare non è adeguato, poiché la strage aumenta, accelera, si intensifica giorno dopo giorno.
Se ne parla, se ne scrive, si cercano colpe. Ne parlo anch’io, non posso farne a meno, innanzi tutto condividendo uan farse che ho letto, e chiedo scusa se non ricordo la fonte.
Il termine femminicidio non va dimenticato, o cancellato, o sostituito, poiché caratterizza l’uccisione di una donna da parte del partner o di stretti familiari. Se una donna muore in una strage, o viene uccisa per rapina, è omicidio, ma se viene uccisa perché è o è stata la compagna, la moglie o la figlia o la sorella di qualcuno, allora è diverso, allora è femminicidio.
Avviene perché … per rabbia, paura, educazione sbagliata … mettiamoci pure tutto.
Avviene perché siamo alla fin di un’epoca di prevalenza di valori esclusivamente maschili, e la fine delle epoche è sempre caratterizzata da un incremento di violenza. Avviene perché la nostra società liquida non sa offrire punti fermi, e gestire la mancanza di certezze richiede coraggio, mentre gli assassini sono caratterizzati da vigliaccheria.
Non si fermerà in tempi brevi.
Serve cultura ed educazione per fermare il femminicidio, e consapevolezza. Cultura nell’intera società, educazione da parte delle madri e dei padri. Consapevolezza anche nelle donne.
Mulan e Shahrazād, principesse che sanno essere consapevoli e indipendenti, senza negare l’amore, dovranno sostituire Cenerentola e Biancaneve, e il sogno del Principe azzurro.
Riusciremo a fermare le stragi?
Non lo so, vivo a giorni alterni. Una donna uccisa dal compagno, un omosessuale ucciso perché esiste, un emigrante che muore e diventa un numero, una percentuale, un bambino schiavo del lavoro per sopravvivere. A volte è difficile sperare. Ma … l’unica soluzione è non mollare, giorno per giorno.