Questa domanda è spesso sospesa, insita in frasi scettiche come “non ci credo, ho paura, non voglio farmi condizionare”.
Come per tante domande che io definisco “cosmiche” non credo che esiste un’unica risposta: ciascuno ha i suoi motivi e prende le sue decisioni.
Però posso dirvi perché io leggo e utilizzo gli strumenti di divinazione. E, ad evitare contestazioni, vi dirò subito che per una domande del genere considero uguali tutti gli strumenti di divinazione: I Ching, tarocchi, lettura della mano.
Esistono infatti, o almeno io credo che esistano, alcune differenze tra i vari metodi, ma le obiezioni, le remore e le motivazioni che possono spingere ad utilizzarli sono sostanzialmente le stesse. Parliamo quindi di tutti i metodi che richiedano competenze da parte del lettore, interpretazione e che offrano qualcosa di più rispetto ad un “sì o no”.
Come ho già avuto modo di dire, una buona lettura implica momenti di profonda empatia tra lettore e consultante, ma obbliga anche sia il lettore che il consultante ad entrare in profonda sintonia con se stessi.
Affrontare una lettura significa quindi, per il consultante, un momento di consapevolezza.
E già questo, di per sé, sarebbe un motivo sufficiente per farsi leggere l’I Ching.
La consapevolezza è infatti, oltre che una “merce” estremamente rara, un momento prezioso e un’esperienza di crescita impagabile, molto simile ai momenti di illuminazione o a quegli attimi che, da chi studia comunicazione, vengono definiti “i click”.
Fare “click” vuol dire avere un’immagine completa, vedere pi pezzi del puzzle (persino quelli della nostra vita) andare improvvisamente a posto, trovare le risposte, sapere con certezza quali domande porre a noi stessi e alla vita, capire quali obiettivi perseguire.
La Kabbalah descrive con dovizie di particolari questi momenti, e li chiama gli attimi in cui il velo si squarcia: in sostanza gli attimi in cui siamo in comunicazione con l’universo e con il divino che è in noi.
Ma torniamo ai nostri strumenti di divinazione.
Un buona lettura ci dice “dove siamo”, a che punto siamo, dove ci porterà la strada che abbiamo intrapreso. E ci dà quindi anche la possibilità di cambiare strada!
Ma non condiziona più di quanto possa condizionare la consultazione di una mappa stradale durante un viaggio.
Certo, se siete abituati a seguire pedissequamente il navigatore, e volete applicare gli stessi criteri alla vostra vita, nulla ve lo vieta. Ma se siete così, se volete questo, potete fare esattamente la stessa cosa anche seguendo i consigli di zia Pina o i suggerimenti del portinaio! (senza nulla togliere alla saggezza di zia Pina o del portinaio!)