Dopo il buio torna sempre la luce: è un movimento naturale.
È decisamente bello questo esagramma che indica la guarigione dalla malattia, il ritorno della luce dopo il buio, della primavera dopo l’inverno. È un segno di convalescenza.
Il ritorno verso il bene è un movimento fisiologico: noi non abbiamo bisogno di far alcunché affinché si realizzi. È il destino che crea per noi il ritorno alla luce.
Apparentemente tutto è compiuto, dunque: possiamo metterci in poltrona e attendere che ogni cosa positiva ci cada in mano. Non è proprio così.
L’I Ching non invita mai ad una totale passività: persino nel superamento dei gorghi dell’abissale, in cui bisogna essere “immobili”, c’è la partecipazione attiva dell’individuo. Nessun destino, positivo o negativo, si compie senza il coinvolgimento dell’individuo.
Così, affinché il ritorno si realizzi, spetta a noi esercitare la pazienza e saper comprendere il tempo.
L’esagramma corrisponde come immagine al solstizio invernale, un periodo in cui non si viaggiava e la natura stessa sembra ferma. Ma come il seme non potrebbe germogliare senza il periodo di quiescenza, il ritorno alla luce si compie solo se ci si prepara interiormente. Per questo la sentenza dice “è propizio avere dove recarsi”: non si tratta di stabilire un obiettivo personale e perseguire un desiderio, ma saper cogliere ciò che il Cielo desidera per noi e uniformarsi interiormente alla volontà del destino, con la consapevolezza che sarà per noi positiva.
E, se ricevete questo esagramma, ricordate che anche il cambiamento dal male al bene, dall’inverno alla primavera, è un cambiamento: bisogna saperlo accogliere.